Giovedì 7 Maggio 2015 Palazzo Conti della Porta Gubbio.
Progettare e costruire oggetti con “le forme del futuro”, utilizzando materiali dell’edilizia tradizionale come è il cemento. E’ stato presentato ieri sera a Palazzo Conti della Porta di Gubbio Abita Design, il nuovo settore del marchio della storica Società Edilcemento. Perché – è stato sottolineato dal presidente Luca Colaiacovo – il cemento è in grado di esprimere oggi, e lo farà senz’altro domani, importanti potenzialità in termini di sviluppo e innovazione. Questo è il terreno sul quale Abita, si vuole misurare. Per farlo, amplia il suo perimetro, aggiungendo Abita Design ai suoi consolidati quattro ambiti di attività, General Contractor, Strutture Prefabbricate, Riqualificazione Edifici e Real Estate. Il design ha avuto un grande rilievo nella storia italiana, riconosciuto nel mondo come indiscutibile valore aggiunto dei nostri prodotti sia artigianali che industriali. Il cosiddetto “made in Italy” si dichiara nella intelligente fusione tra estetica ed eleganza da un lato e funzionalità e qualità degli oggetti dall’altro. Il “made in Italy” non lo dobbiamo però percepire come un patrimonio inalterato, svincolato dal passare del tempo, indenne al mutare dei gusti e delle preferenze dei mercati. Le nostre manifatture vanno costantemente innovate e arricchite di creatività, dove l’estetica e il bello si declinano in forme nuove e dinamiche. Se non investiamo nel futuro del nostro design, se non lo coltiviamo con impegno costante, rischieremo di perdere competitività e centralità verso il resto del mondo. Tanto più che oggi ci troviamo all’interno di una nuova rivoluzione, quella digitale, importante e pervasiva come lo è stata quella industriale (e forse di più). Possiamo solo intuire le straordinarie potenzialità di questa rivoluzione. Si apriranno sorprendenti opportunità che noi come paese dobbiamo saper cogliere se vogliamo continuare ad essere protagonisti della manifattura globale. Vorrei dire con chiarezza che la storia è importante, ma da sola non è sufficiente a garantire il rilancio del “made in Italy”. Dobbiamo saperci muovere nei nuovi mondi, dovremmo stimolare la nostra importante cultura perché possa continuare ad evolvere positivamente sintonizzandosi con i nuovi tempi che viviamo. Come si legge ormai in diversi articoli di riviste specializzate, “la possibilità di sostituire un’intera generazione di oggetti rappresenta una precisa opportunità di crescita e sviluppo culturale ed economico”. Per questo non dobbiamo rimanere fermi.
Progettare e costruire oggetti con “le forme del futuro”, utilizzando materiali dell’edilizia tradizionale come è il cemento. E’ stato presentato ieri sera a Palazzo Conti della Porta di Gubbio Abita Design, il nuovo settore del marchio della storica Società Edilcemento. Perché – è stato sottolineato dal presidente Luca Colaiacovo – il cemento è in grado di esprimere oggi, e lo farà senz’altro domani, importanti potenzialità in termini di sviluppo e innovazione. Questo è il terreno sul quale Abita, si vuole misurare. Per farlo, amplia il suo perimetro, aggiungendo Abita Design ai suoi consolidati quattro ambiti di attività, General Contractor, Strutture Prefabbricate, Riqualificazione Edifici e Real Estate. Il design ha avuto un grande rilievo nella storia italiana, riconosciuto nel mondo come indiscutibile valore aggiunto dei nostri prodotti sia artigianali che industriali. Il cosiddetto “made in Italy” si dichiara nella intelligente fusione tra estetica ed eleganza da un lato e funzionalità e qualità degli oggetti dall’altro. Il “made in Italy” non lo dobbiamo però percepire come un patrimonio inalterato, svincolato dal passare del tempo, indenne al mutare dei gusti e delle preferenze dei mercati. Le nostre manifatture vanno costantemente innovate e arricchite di creatività, dove l’estetica e il bello si declinano in forme nuove e dinamiche. Se non investiamo nel futuro del nostro design, se non lo coltiviamo con impegno costante, rischieremo di perdere competitività e centralità verso il resto del mondo. Tanto più che oggi ci troviamo all’interno di una nuova rivoluzione, quella digitale, importante e pervasiva come lo è stata quella industriale (e forse di più). Possiamo solo intuire le straordinarie potenzialità di questa rivoluzione. Si apriranno sorprendenti opportunità che noi come paese dobbiamo saper cogliere se vogliamo continuare ad essere protagonisti della manifattura globale. Vorrei dire con chiarezza che la storia è importante, ma da sola non è sufficiente a garantire il rilancio del “made in Italy”. Dobbiamo saperci muovere nei nuovi mondi, dovremmo stimolare la nostra importante cultura perché possa continuare ad evolvere positivamente sintonizzandosi con i nuovi tempi che viviamo. Come si legge ormai in diversi articoli di riviste specializzate, “la possibilità di sostituire un’intera generazione di oggetti rappresenta una precisa opportunità di crescita e sviluppo culturale ed economico”. Per questo non dobbiamo rimanere fermi.